Capitale sociale, di cosa si tratta e cosa prevede la legge
Cosa si intende in campo finanziario con l’espressione capitale sociale?
Quando parliamo di capitale sociale ci stiamo riferendo al valore, generato da somme di denaro, beni immobili e titoli finanziari, immesso in una società nel momento in cui questa viene fondata.
Una volta approvato l’atto di costituzione dell’impresa, il capitale sociale viene suddiviso in quote, ciascuna di eguale valore, che vengono in seguito distribuite ai soci, in proporzione a quanto hanno investito. Da un punto di vista giuridico, il capitale sociale deve essere registrato nello stato patrimoniale, ma come passivo. Cosa significa? Che la cifra versata dai soci per dare inizio alla loro attività, viene considerata un vero e proprio debito che la neonata impresa ha nei confronti dei suoi sottoscrittori, e che verrà ripagata nel momento in cui si inizieranno a maturare dei profitti.
Esiste però una cifra minima da versare per poter costituire una società che ha a disposizione un capitale sociale per investire. Il nostro codice civile stabilisce infatti che vi è bisogno di un capitale minimo di 100 mila euro.
Una cifra che però si abbassa a 10 mila euro, nel caso in cui si tratti di una società a responsabilità limitata. I soci inoltre, una volta costituita l’impresa, hanno anche la possibilità di posticipare il versamento del capitale, che dunque può avvenire anche dopo la costituzione dell’impresa.
È importante conoscere la distinzione tra capitale nominale e capitale versato
La legge però obbliga queste società, al momento della loro nascita, a versare almeno 3/10 del capitale complessivo, altrimenti diventa impossibile validare giuridicamente l’atto costitutivo. Tutti i versamenti effettuati devono poi essere iscritti nel bilancio come un credito che la società ha nei confronti dei suoi soci.
E questa dunque porta a creare una distinzione tra il capitale nominale, ovvero la quota complessiva dichiarata che dovrà essere versata da tutti i sottoscrittori, e il capitale effettivamente già immesso al momento della nascita della società.
Ogni aumento di capitale deve essere approvato da un’assemblea straordinaria dei soci
Tutti i partecipanti, a seconda delle loro quote, possono proporre nel corso del tempo degli aumenti di capitale, per aumentare il valore dell’impresa e finanziare ad esempio nuovi investimenti. Questo processo va però fatto attraverso una delibera che deve necessariamente essere approvata da un’assemblea dei soci.
Questo passaggio è molto importante, in quanto fa capire come il capitale sociale debba essere inteso anche come una garanzia per i creditori, che devono essere tutelati per legge da eventuali decisioni che danneggiano la società, e che dunque non possono essere presa in autonomia, ma soltanto attraverso un’assemblea straordinaria. la legge prevede inoltre che la società, una volta partita, deve mettere da parte il 5 per cento degli utili che ottiene, fino al momento in cui questo non raggiunge almeno 1⁄5 del capitale sociale complessivo.