Rischiamo di dire addio alla Coca Cola nel 2024? La produzione è a rischio
Il blocco delle esportazioni in Sudan rischia di avere conseguenze tragiche anche per una multinazionale potente come la Coca Cola. Vediamo insieme i motivi.
Perché una multinazionale come la Coca Cola, la più importante e conosciuta al mondo, è così preoccupata della guerra che sta sconvolgendo il Sudan?
La prima cosa da sapere è che il Sudan è attualmente la seconda nazione al mondo per quanto riguarda l’esportazione della gomma arabica, una materia prima fondamentale a tantissime industrie del mondo, dalla quale cosmetica fino ad arrivare a quella alimentare.
Ed è proprio questo il motivo che preoccupa i vertici del marchio più famoso al mondo: il commercio di gomma arabica, da quando è iniziato il conflitto, si è quasi completamente interrotto.
Un problema non da poco, considerando che la gomma arabica è un ingrediente fondamentale della Fanta, altra bibita prodotta dalla Coca Cola. La gomma arabica è una resina che può essere estratta da diverse pianta, la sua versione più pregiata, chiamata Senegal Senegal, cresce soprattutto nel Sudan.
Perchè la gomma arabica è un ingrediente fondamentale per le bibite gassate
Non si tratta di un ingrediente fondamentale solo alle bibite della Coca. L’industria farmaceutica ad esempio lo utilizza come eccipiente per la realizzazione di alcuni principi attivi presenti in tanti medicinali.
Insomma, il blocco delle esportazioni in Sudan di questa gomma, è fonte di preoccupazione per tantissimi comparti industriali, occidentali e non. Viene utilizzata in molte bevande gassate perché possiede una caratteristica molto particolare: riesce infatti ad impedire allo zucchero contenuto nella bibita di cristallizzarsi.
Prima dell’inizio della guerra in Sudan, le multinazionali hanno iniziato a fare scorta di questa materia prima
Prima dello scoppio del conflitto nella nazione, il Sudan esportava la maggior parte della produzione di gomma arabica in diversi paesi occidentali tra cui Francia Germania, e naturalmente gli Stati Uniti, sede di tantissime multinazionali che producono bibite gassate, tra cui naturalmente la Coca Cola. Non è comunque detto che la Coca Cola sia in difficoltà come si potrebbe supporre visto il blocco delle esportazioni.
Alcuni mesi fa, quando la guerra sembrava sempre più vicina, un esperto del settore, rimasto anonimo, aveva rivelato all’agenzia giornalistica Reuters che tante multinazionali avevano iniziato a fare scorta di questa materia prima, in modo da garantirsi delle riserve in grado di durare diversi mesi. Ma questo naturalmente non può che essere un palliativo che potrebbe coprire la produzione fino alla fine dell’anno. Se il conflitto non si ferma, i rischi per il prossimo anno sono concreti, anche per la Coca Cola.