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Fumare da giovanissimi danneggia il cervello, lo studio che sta sconvolgendo il mondo

Cosa dice la nuova ricerca sul fumo
Cosa dice la nuova ricerca sul fumo – Rsnews.it

È uscito un nuovo studio sugli effetti del fumo nel nostro cervello, che sta facendo discutere il mondo intero.

Negli ultimi anni, gli studi scientifici che si sono occupati di studiare tutti i danni che la nicotina produce nel nostro corpo, hanno iniziato ad aumentare in modo considerevole. Di recente ad esempio, è uscita una ricerca il cui scopo era quello di determinare, attraverso degli screening neurologici, cosa può accadere al nostro cervello nel momento in cui iniziamo a fumare giovanissimi, fin da adolescenti.

E i risultati ottenuti dall’Università di Fudan, condotte e dirette dal capo del team di ricerca Shiton Xiang e dal bio informatico Tianye Jia, non possono che preoccupare. Lo studio ha infatti in primo luogo raccolto le scansioni celebrali, ottenute mediante MRI, di oltre ottocento persone.

Interessante poi che il campione preso in considerazione non fosse appartenente alla popolazione orientale, ma attingesse invece da alcuni database occidentali tra Germania, Francia, Irlanda ed Inghilterra. Dopo lo screening, ai volontari è stato anche chiesto di compilare un questionario che serviva a descrivere e inquadrare alcuni tratti della loro personalità.

E i ricercatori si sono, in questi test, prima soffermati sul gruppo che aveva iniziato a fumare sin dai 14 anni di età, e in seguito a coloro che invece avevano preso questo vizio tra i 19 e i 23 anni. E alcune evidenze, hanno particolarmente colpito gli scienziati.

Cosa hanno scoperto i ricercatori analizzando il gruppo dei fumatori più giovani

Il gruppo che avevano infatti iniziato a diventare dipendente dalla nicotina già a 14 anni, presentava una materia grigia inferiore nella corteccia celebrale, rispetto al secondo gruppo.

E non si tratta di un’evidenza da poco, considerato che la corteccia prefrontale è responsabile della nostra regolazione emotiva, e del processo di autocontrollo che ci porta a prendere delle decisioni.

Un uomo con una sigaretta spezzata in mano
Un uomo con una sigaretta spezzata in mano – Rsnews.it

Le evidenze ottenute mostrano come si possa sviluppare una minore capacità di autocontrollo

Questo dunque significa che questo gruppo di fumatori ha sviluppato una quantità di materia grigia minore della norma nel lobo frontale destro.

Una scoperta che lascia forse presupporre che questi soggetti, incidendo in modo netto sul loro cervello fin dai 14 anni, tendono poi a diventare molto più dipendenti nei confronti di qualunque sostanza, proprio perché sviluppano meno quella parte del cervello che ci aiuta a coltivare il nostro autocontrollo.