Confermato l’ecobonus anche per il 2024, stato ti rimborsa più di meta della spesa: come funziona
Legge di bilancio 2023: viene riproposto l’Ecobonus. Piccolo trionfo per l’edilizia.
Il governo Meloni non ha fatto sconti sugli incentivi all’edilizia, difatti la nuova legge di bilancio pare li cesserà davvero tutti. Unico confermato e che resta probabilmente il solo di cui si potrà ancora usufruire è l’Ecobonus, prolungato in effetti fino al 31 dicembre 2024.
Esso consiste nel concedere una detrazione fiscale a chi effettua lavori di riqualificazione energetica presso i propri immobili o comunque presso gli interi condomini che eventualmente amministra. In base alla tipologia di intervento effettuato l’Ecobonus garantisce due diverse aliquote di sconto:
- 50% per chi sostituisce gli infissi, inserisce l’uso di biomasse e si dota di schermatura solare;
- 65% per tutte le altre tipologie di spesa.
Di che incentivo si tratta e guida alle sue caratteristiche
Dunque scopo ultimo di questo incentivo statale è l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare italiano, risultato peraltro tra i più arretrati in tema di consumi. Nel caso di ristrutturazione di un singolo appartamento o comunque di un’abitazione privata, i più comuni lavori consistono nella sostituzione di caldaie e infissi, l’installazione di stufe a pellet e pompe di calore.
Nel caso invece di interventi condominiali l’Ecobonus si propone di migliorare l’edificio di almeno una classe energetica e, qualora si riesca a migliorare anche il cosiddetto rischio sismico del palazzo, la detrazione in oggetto può essere incrementata fino all’85%.
Naturalmente un requisito fondamentale è che l’intervento di riqualificazione sia effettuato su edifici già preesistenti, al fine di migliorarne l’apporto energetico. Non vale sulle nuove costruzioni in quanto si presuppone che con le nuove normative i costruttori siano già tenuti per legge a rispettare degli alti standard di prestazione energetica.
Come usufruire di questo bonus
Per accedere al bonus in questione bisognerà avviare una pratica. In essa oltre all’esibizione degli svariati contratti di appalto e permessi urbanistici per effettuare i lavori sugli immobili interessati, sarà necessario inserire anche la totalità delle fatture di spesa ricevute e i contestuali bonifici effettuati a pagamento del lavoro.
L’interessato pagherà in effetti i lavori con uno “sconto“. Ciò vuol dire che se avente diritto al 65% di sconto in fattura, pagherà con bonifico tracciabile solo il restante 35%, mentre la percentuale maggioritaria sarà a carico dello stato. Il governo eroga infatti un credito d’imposta che viene ceduto al committente dei lavori.