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Bonus Renzi confermato per il 2024 ma non conviene richiederlo in busta paga | Puoi avere una cifra aggiuntiva se segui questa procedura

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Come si modifica il Bonus Renzi nel 2024: informazioni utili ai dipendenti. (Fonte: depositphotos.com) – RSnews.it

Il bonus Renzi e le novità introdotte per l’anno 2024: cosa cambia

Da molti anni i dipendenti del settore pubblico e di quello privato percepiscono il cosiddetto Bonus Renzi. Questa misura prende ovviamente il nome dall’allora ministro che introdusse tale agevolazione per le categorie di lavoro dipendente.

Trattasi in effetti di un trattamento integrativo a favore dei lavoratori che solitamente viene inserito direttamente in busta paga. Anche se comunemente esso viene tuttora definito come bonus Renzi, da molti anni ormai ha cambiato forma e importo, trattandosi ora semplicemente di una detrazione Irpef.

Inizialmente tale bonus aveva un valore standard di 100 euro, inseriti a favore del dipendente sul cedolino a fine mese. Con gli anni l’importo è passato a circa 80 euro.

Considerate tutte le innovazioni introdotte dal governo Meloni in ambito di agevolazioni, pensioni e bonus contributivi, la tensione è alta in merito a una misura che, se annullata dalla legge di bilancio, potrebbe provocare un netto abbassamento delle buste paga.

Modalità di richiesta della detrazione: in busta paga o nel 730?

A quanto pare però nel 2024 non vi saranno grandi cambiamenti per ciò che riguarda gli importi del bonus Irpef e la sua erogazione. Quello che si chiedono molti contribuenti è se però sia più conveniente farsi inserire sul cedolino il contributo aggiuntivo oppure accumularlo e percepirlo con la dichiarazione dei redditi.

Difatti ciò che molti non sanno è che il bonus Irpef si può anche rinunciare di ottenerlo in busta paga di mese in mese, facendo sorgere pertanto un credito in capo al dipendente che può riscuoterlo interamente a fine anno con l’inserimento della cifra nella dichiarazione 730.

Ci si chiede se quest’anno sia più auspicabile tenere il bonus in busta paga o fare rinuncia con il datore di lavoro e scalarlo dal 730. La risposta è semplice, la cosa migliore da fare è aspettare la dichiarazione dei redditi.

Questo perché, e la regola vale principalmente per chi percepisce un reddito annuo non superiore ai 15.000 euro, si rischia di vedersi riconosciuto il contributo in busta paga ma per una questione di applicazione della tassazione, lo si restituisce tutto o in parte.

Inserendolo invece nel 730, se dovuto ci sarà accreditato o eventualmente decurtato dell’importo non spettante.

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Il funzionamento della detrazione Irpef sui lavoratori. (Fonte: depositphotos.com) – RSnews.it

Cosa cambierà

Sono molte le cose in fase di mutamento nel campo della finanza, ma a prescindere dalla scelta di destinazione delle detrazioni Irpef, tutto resterà immutato per i lavoratori.